Il tuo dipendente rifiuta il ruolo di RSPP? Scopri come gestire la situazione

Nel complesso universo della sicurezza sul lavoro, uno dei temi più dibattuti riguarda il rifiuto da parte di un dipendente di assumere l’incarico di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP) interno. Questo articolo approfondisce le implicazioni legali e giuslavoristiche legate a questa scelta, analizzando una recente pronuncia della Corte di Cassazione (Cass. Civ., Sez. Lav., 27 dicembre 2024, n. 34553) e altre rilevanti sentenze giurisprudenziali.

1. Perché è importante comprendere il ruolo dell’RSPP?

Il RSPP ha una funzione chiave: supportare il datore di lavoro nella gestione dei rischi e nella creazione di un ambiente sicuro per i lavoratori. Tuttavia, è fondamentale ricordare che, pur essendo una figura strategica, non può sostituire il datore di lavoro nelle sue responsabilità. La nomina a RSPP interno, che spesso viene offerta a un dipendente, non è obbligatoria per il lavoratore, ma il rifiuto di accettarla può generare tensioni.

2. La recente pronuncia della Cassazione: un caso esemplare

Il RSPP ha una funzione chiave: supportare il datore di lavoro nella gestione dei rischi e nella creazione di un ambiente sicuro per i lavoratori. Tuttavia, è fondamentale ricordare che, pur essendo una figura strategica, non può sostituire il datore di lavoro nelle sue responsabilità. La nomina a RSPP interno, che spesso viene offerta a un dipendente, non è obbligatoria per il lavoratore, ma il rifiuto di accettarla può generare tensioni.

2.1 I punti chiave della vicenda

  • La contestazione iniziale: Il dipendente aveva giustificato il rifiuto con motivazioni generiche, come la “manifesta incompatibilità con il datore di lavoro”.
  • L’esito in primo grado: Il Tribunale aveva dichiarato illegittimo il licenziamento, ordinando la reintegra.
  • L’appello e il ricorso in Cassazione: La Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, giudicando il rifiuto una grave insubordinazione. La Cassazione ha poi confermato questa visione, evidenziando la genericità e l’immotivazione del rifiuto.

3. Gli insegnamenti della Cassazione: cosa devono sapere gli imprenditori?

3.1 La natura dell’incarico di RSPP

La nomina a RSPP è una designazione interna che non equivale a una delega di funzioni. Questo significa che il datore di lavoro rimane il principale responsabile della sicurezza aziendale.

3.2 Quando il rifiuto è legittimo

Secondo la Corte, un dipendente può rifiutare legittimamente l’incarico solo se:

  • Esistono conflitti chiari e comprovabili con altre mansioni affidategli.
  • L’incarico è incompatibile con altre funzioni aziendali, come nel caso della sentenza Cass. Civ., Sez. Lav., 15 settembre 2006, n. 19965, che ha sancito l’incompatibilità tra RSPP e RLS  che ricordiamo essere il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.

3.3 Quando il rifiuto è illegittimo

Un rifiuto generico o immotivato, come la mera dichiarazione di “incompatibilità con il datore di lavoro”, può essere qualificato come grave insubordinazione, compromettendo il rapporto di fiducia e legittimando un provvedimento disciplinare.

4. Gli errori da evitare per gli imprenditori

  • Non chiarire le aspettative: Prima di nominare un dipendente come RSPP, è essenziale spiegare chiaramente i compiti e le responsabilità.
  • Non considerare eventuali incompatibilità: Se il dipendente ha già altre mansioni rilevanti, potrebbe essere opportuno sollevarlo da parte di esse.
  • Non documentare il processo: La designazione deve essere formalizzata in modo trasparente, includendo le ragioni aziendali alla base della scelta.

5. Implicazioni legali e pratiche per il datore di lavoro

Valutare attentamente il dipendente: Verificare che il candidato all’incarico di RSPP abbia competenze e disponibilità adeguate.

    1. Formalizzare la designazione: Redigere una comunicazione scritta che spieghi dettagliatamente le motivazioni aziendali e le aspettative.
    2. Gestire i conflitti: Se emergono problemi, affrontarli tempestivamente e in modo trasparente, coinvolgendo eventualmente esperti esterni.

      5.1 Art. 1460 del Codice Civile: l’eccezione di inadempimento

      Il dipendente può rifiutarsi di adempiere solo se il datore di lavoro è totalmente inadempiente alle proprie obbligazioni. Tuttavia, un rifiuto generico e immotivato è contrario alla buona fede contrattuale.

      5.2 Rischi legali per l’azienda

      Un licenziamento basato su contestazioni generiche o su una gestione approssimativa delle nomine può portare a lunghe cause legali con rischi economici e reputazionali.

      Le recenti pronunce della Cassazione offrono linee guida preziose per evitare conflitti e conseguenze negative:

Essere proattivi nella gestione delle nomine e della sicurezza non solo evita controversie legali, ma migliora l’ambiente lavorativo e riduce i rischi complessivi per l’azienda.

 

Ci vediamo alla prossima.

 

Fabio

 

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